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Valencia moderna ma non troppo

Non ho mai visto tanta gente. Non ho mai visto caffè così affollati. C’era movimento giorno e notte. Era il 1939 quando Hemingway scriveva di Valencia nella sua stanza dell’hotel Ingles. Certo le atmosfere sono molto cambiate da allora ma, quanto a movida, questa caotica e gioiosa città del sud della Spagna non ha nulla da invidiare a Barcellona.

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Foto di Andy Leung da Pixabay

Patria della paella, quella fatta solo di carne, simbolo della vela, da quando ha ospitato l’America’s Cup e con l’occasione si è rifatta il look, sospesa tra futuro e passato, Valencia è una città passionale e appassionante, di quelle che non lasciano indifferenti.
Il vetro e l’acciaio bianco delle strutture d’avanguardia di Calatrava e le ardite architetture dell’Hemisferic convivono con le facciate barocche di Plaza del Ayuntamento e con i vicoli tortuosi del barrio del Carmen. Un quartiere che nel corso della sua storia millenaria ha vissuto diverse vite e che, grazie a restauri eccellenti, è diventato oggi uno dei luoghi più frequentati della città: di giorno per lo shopping, di sera per i bar de copas, dove si tira tardi a bere e ad ascoltare musica.

Valencia non è solo movida e svago notturno, è anche vitalità culturale, è sede di rappresentazioni permanenti, come il Museo de bellas artes, una ricca pinacoteca nella quale spiccano i capolavori di Goya e Bosh, o gli allestimenti dell’IVAM (Instituto valenciano de arte moderna) che offrono una panoramica del XX secolo spagnolo da Picasso a Tapiés.

Immancabile una visita ai Jardines del Turia, un enorme giardino pubblico realizzato nel letto vuoto del fiume Turia, che periodicamente inondava la città e che fu prosciugato nel 1957. Ma invece di costruirci sopra palazzi o trasformarlo in parcheggi, gli urbanisti decisero di lasciare questo spazio, lungo diversi chilometri, ad area verde, un polmone a pochi passi dal centro storico: all’interno ci sono piste ciclabili, laghetti e fontane, attrazioni per bambini.

Il Jardin sfocia, senza soluzione di continuità, nel corrispettivo valenciano de La Villette di Parigi: la Città delle Arti e delle Scienze, un complesso ludico-culturale costituito da quattro strutture principali. Uno di questi è il Parque Oceanografico che con le sue 45 mila creature marine è il più grande acquario d’Europa. Immense vasche indipendenti collegate da tunnel subacquei consentono di fare un viaggio a 360 gradi tra le specie acquatiche dei cinque continenti.

Ai tempi in cui Hemingway scriveva Per chi suona la campana Valencia non aveva ancora scoperto la sua anima modernista e dell’hotel dove il grande scrittore soggiornava è rimasta solo la facciata; ma il cuore antico della città continua a pulsare come allora.

Come muoversi a Valencia
La città si gira comodamente con i mezzi pubblici; utile per muoversi anche la bicicletta, l’ideale per percorrere senza fretta i 9 km del Jardin: il servizio pubblico Valenbisi mette a disposizione 2.750 biciclette, distribuite in 275 punti della città aperti 24 ore su 24.

Ultimo aggiornamento: 29 Aprile 2023 by Redazione

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Author: Redazione

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