La saga dello squalo nel paradiso delle vacanze sta ormai assumendo toni che ricordano i film di Spielberg. Ieri una turista tedesca è stata uccisa da uno squalo mentre nuotava davanti al suo hotel; è l’ultimo drammatico incidente di una serie di aggressioni che ha visto coinvolti nell’ultima settimana altri quattro bagnanti.
L’ente ufficiale egiziano che regola le immersioni e gli sport acquatici (CDWS) ha immediatamente ordinato il divieto di balneazione e la sospensione di qualsiasi attività in mare. Un divieto che era stato già imposto nei giorni scorsi; poi nella serata di giovedì scorso, dopo la cattura di due squali ritenuti responsabili degli attacchi, le autorità avevano dato nuovamente il via libera.
Sabato un gruppo di turisti era precipitosamente fuggito dall’acqua dopo aver visto avvicinarsi un grosso squalo, lungo tre metri, che nuotava in cerchio attorno agli snorkeler con fare aggressivo. Nonostante la barca d’appoggio fosse dall’altro lato del reef, il gruppo era riuscito miracolosamente a mettersi in salvo.
Ieri invece non è andata altrettanto bene ad una settantenne ospite del Hyatt Regency hotel. L’attacco è stato improvviso, non c’è stato il tempo di rendersi conto di quanto stava accadendo a pochi metri dalla riva: quando i bagnini sono arrivati a prestare soccorso, la turista era già gravemente ferita, lo squalo le aveva troncato di netto un braccio. La donna è morta pochi minuti dopo.
Cosa ha innescato questa inusuale ondata di attacchi? Secondo gli esperti l’intensa attività di pesca, legale e illegale, ha impoverito l’ambiente e rende questi predatori più aggressivi, spingendoli nelle zone dove è facile l’incontro con l’uomo. Sotto accusa anche la pratica di dare cibo ai pesci per attirarli e poi scattare fotografie; il fish feeding scatena una frenesia alimentare che potrebbe invogliare anche grossi predatori. E’ una pratica ufficialmente vietata nelle acque del Mar Rosso, ma poco rispettata da molti turisti e operatori del settore.
Gli squali catturati giovedì sono stati sezionati per esaminare il contenuto dello stomaco, ma i funzionari del Parco Nazionale del Sinai meridionale non hanno ancora comunicato i risultati dell’autopsia.
Un turista moscovita, che era stato testimone agli attacchi della settimana scorsa a Tiran, ha dichiarato sconsolato che passerà il resto della sua vacanza in spiaggia. Il mar Rosso, uno straordinario acquario di pesci esotici e coralli, perde così gran parte della sua attrattiva, proprio all’inizio del picco turistico invernale. Il panico ormai si è diffuso.
Per saperne di più sugli attacchi di squalo nel mondo leggi: Chi ha paura dello squalo?