E’ arrivato il momento di dire: Grazie!

Ormai è più di un anno che stiamo combattendo contro la pandemia da Covid-19. Era cominciata come una cosa lontana, esotica, in una sconosciuta città cinese ma poi è arrivata da noi. Ma che sarà mai? Un virus come tanti altri, un po’ di emergenza, le chiacchiere nei bar di virologi improvvisati (d’altra parte le partite non si giocavano!) e con i soliti uccelli del malaugurio che facevano allarmismo. Tutto nella normalità. Ha da passà ‘a nuttata avrebbe detto Eduardo.

Ma di nottate ne sono passate parecchie è la situazione si è aggravata. Bisognava agire, lo spettro della Spagnola si aggirava per le case. Rien ne va plus! Signori si chiude! Dai balconi si cantava e si sperava: “Ce la faremo”. Siamo rimasti tutti a casa convinti che ne saremmo usciti cittadini migliori!

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Dopo il primo lockdown è tornata la calma, tutto sembrava passato, tutti contenti. Tuttti? Beh no, tutti tranne i soliti 4 allarmisti, ma che ci volete fare, quelli ci sono sempre! Mica possiamo perdere tempo a sentirli!

Ed ora è tutto ricominciato.

Per questo è arrivato il momento di dire grazie!

Ringraziamo per prima cosa tutti quelli che, con coscienza, coprono mento o gomito con la mascherina, poi dobbiamo essere grati anche a tutti quelli che nelle serate invernali hanno sfidato il freddo per accalcarsi nelle vie della movida cittadina, ma non dimentichiamo quelli che hanno continuato a organizzare affollate feste e cerimonie nelle case private ed anche, a volte, nei locali pubblici e quelli per i quali è indispensabile affollare i centri commerciali o tutti coloro che vanno a fare la spesa al supermercato in 3 o 4 persone insieme. E come dimenticare coloro che si sono improvvisamente scoperti podisti oppure chi ha urlato a gran voce che bisognava aprire tutto e subito. Terminiamo con un grazie anche a tutti coloro che non vogliono vaccinarsi ma la lista potrebbe continuare…

Lo so, non è stato facile ma alla fine ci siamo riusciti. Siamo di nuovo in lockdown. Serrata totale in quasi tutto il nostro paese.

Ma i nostri ringraziamenti sono poca cosa.

Di sicuro vi vorrebbe ringraziare tutto il personale sanitario che da un anno e costretto a turni massacranti e che ha pagato a caro prezzo la dedizione al lavoro; i volontari, la protezione civile, le forze dell’ordine e tutti le altre persone che hanno contribuito a mandare avanti la nazione cercando di limitare i danni della pandemia. Altri ringraziamenti arriverebbero, di sicuro, dalle piccole e medie imprese che grazie a questo nuovo lockdown, forse, non riusciranno più ad andare avanti.

Ma credo che i ringraziamenti più importanti verrebbero dalle oltre 100.000 persone decedute, buona parte delle quali, se avessimo avuto un po’ più di attenzione, un po’ più di buon senso e un po’ più di solidarietà umana, forse sarebbero ancora tra noi.

Grazie!

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Author: Redazione

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