Passaporto vaccinale: molto rumore per nulla!

Come nella tragicomica commedia di Shakespeare le chiacchiere, a volte senza senso e a volte in malafede, ci rimbalzano attorno tra esperti, politici e mezzi di comunicazione. Anticostituzionale, discriminatorio, pericoloso per la privacy: il passaporto vaccinale è stato quasi assimilato alla stella gialla che i nazisti imponevano agli ebrei.

Ma per i meno informati spieghiamo cosa sarebbe il passaporto vaccinale. Dovrebbe essere un documento che attesta il nostro stato di vaccinazione e che possa, quindi, permettere uno spostamento tra paesi diversi sicuro sia per il viaggiatore che per i paesi visitati. Per la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen: “L’obiettivo è fornire prova che la persona sia stata vaccinata oppure i risultati dei test per chi non ha ancora potuto vaccinarsi e eventuali informazioni su guarigione da Covid-19

Ma allora quali sono i problemi?

Secondo il Garante della privacyI dati relativi allo stato vaccinale, infatti, sono dati particolarmente delicati e un loro trattamento non corretto può determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone: conseguenze che, nel caso di specie, possono tradursi in discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali.Il Garante ritiene, pertanto, che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini a fini di accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi, debba essere oggetto di una norma di legge nazionale

Inoltre da molte parti viene indicato come discriminatorio perché, visto che ci vorrà del tempo per poter vaccinare tutti quelli che lo vogliono, si creerebbero cittadini di serie A, i vaccinati, che potrebbe andare dove vogliono e cittadini di serie B, i non ancora vaccinati, che dovrebbero rimanere fermi.

Infine, si dice che per poter rilasciare o controllare il passaporto vaccinale sarebbe necessario creare un data base di tutta la popolazione vaccinata con possibili problemi di privacy in caso di violazione di questo database.

Come dicevamo all’inizio: molto rumore per nulla. Vediamo il perché.

Ricordiamo al Garante della privacy che le leggi che prevedono il trattamento dei dati dello stato vaccinale dei cittadini per la fruizione di servizi già esistono. Altrimenti come farebbe il Ministero della Salute, tramite i suoi Uffici di Sanità Marittima ed Aeroportuale a rilasciare il certificato di vaccinazione internazionale per la febbre gialla?

certificato internazionale di vaccinazione

Infatti il cosiddetto passaporto vaccinale, alla fine, non sarebbe altro che un certificato internazionale di vaccinazione. Questo certificato è previsto nel Regolamento Sanitario Internazionale (2005) dellOrganizzazione Mondiale per la Sanita. Fino a circa 40 anni fa, il certificato era molto utilizzato nei viaggi internazionali. Serviva infatti ad attestare la vaccinazione contro il vaiolo, grave malattia endemica, al tempo, in molti paesi. Nel 1980, dopo 30 anni di lotta e grazie alle vaccinazioni, il vaiolo è stato dichiarato, unica malattia per ora, eradicato ed ora il certificato internazionale è utilizzato solo per la vaccinazione contro la febbre gialla obbligatoria per l’ingresso in alcuni paesi prevalentemente africani.

Il certificato internazionale di vaccinazione. è attualmente in forma cartacea ma nulla vieta di modernizzarlo per il covid-19 in una forma più tecnologica

La discriminazione tra cittadini vaccinati o meno è un altra obiezione a dir poco infelice. Prima di tutto c’è da considerare che nel giro di qualche mese praticamente tutta la popolazione sarà vaccinata quindi la cosiddetta diseguaglianza sarà sanata. Ma ciò che deve far riflettere e che se i vaccinati possono cominciare a riprendere una vita quasi normale anche molte attività (bar, ristoranti, palestre, cinema, teatri, hotel ed attività turistiche ecc ecc) potranno ricominciare a vivere con un ovvio vantaggio dell’economia italiana e quindi per noi tutti

Ricordiamo che in questo anno e più di pandemia ci sono molte persone che hanno perso il lavoro e sono molte aziende vicine alla chiusura. Questa è la vera discriminazione!

Per quanto riguarda le eventuali violazione dei database con i dati vaccinali, ebbene questi database già esistono. Possiamo richiedere alla nostra ASL, in molte regioni anche on line, la lista delle nostre vaccinazioni, le visite effettuate, i risultati delle analisi. Esistono liste che riportano le persone affette da determinate malattie, liste con i medicinali che abbiamo acquistato. Non esiste, quindi, nessun aumento del problema di rischio privacy.

E voi siete d’accordo con il passaporto vaccinale per il Covid-19? Sarà realizzato?

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Author: Redazione

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